“Città lenta” e felicità: intervista a Laura Bellia - Cariboni Group
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31 gennaio 2020

“Città lenta” e felicità: intervista a Laura Bellia

Una città che sia pensata per le persone e non solo per le automobili, in cui la mobilità lenta, quella pedonale, diventi parte del benessere dei cittadini anche grazie a una corretta illuminazione. La nostra intervista a Laura Bellia.
“Città lenta” e felicità: intervista a Laura Bellia

Come si progetta e si realizza una città votata alla mobilità lenta, che mette in primo piano i cittadini, coloro che la abitano e la percorrono, soprattutto a piedi, vivendone ogni aspetto? Quanto una progettazione attenta alla civitas influisce sul benessere della stessa? E qual è, in questo contesto, il ruolo dell’illuminazione e dei lighting designer? Abbiamo posto queste domande a Laura Bellia, Professoressa di Fisica Ambientale, PhD, Dipartimento di Ingegneria Industriale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II nonché ricercatrice, sperimentale e teorica, nei settori dell’illuminotecnica e dell’energetica.

La città è stata inventata dagli uomini per vivere insieme. È necessario che il progetto dell’urbe abbia come principale obiettivo il benessere della civitas. Quanto è importante, in quest’ottica, ripensare le città per le persone e non per le loro automobili? Quali sono i vantaggi sociali, ecologici ed economici di una città capace favorire la pratica pedonale? Può la mobilità lenta di una città pedonabile impattare sulla felicità di chi la abita?

Il termine “città” oggi comprende agglomerati urbani che vanno dai centri di piccola/media taglia fino alle più ampie conurbazioni (megalopoli). La mobilità dovrebbe essere a velocità differenziata e realizzata con idonee infrastrutture come parcheggi, servizi di mobilità pubblica, ecc., in base alle caratteristiche sia morfologiche sia socio-economiche dell’ambito urbano, nonché all’entità degli spostamenti. In particolare, a livello locale (quartiere, centro storico, parco urbano…), la mobilità lenta, e nello specifico quella pedonale, determina indiscussi vantaggi tesi a favorire l’attività fisica, la socializzazione, lo sviluppo di attività commerciali a piccola scala, la riduzione delle emissioni inquinanti locali e del rumore, nonché la possibilità di valorizzare i luoghi in cui transitare e sostare, contrastandone il degrado. Le città dovrebbero essere vissute dai cittadini come un’estensione collettiva della propria abitazione e non come un luogo ostile dal quale difendersi. In questo senso la città pedonabile, se non alla felicità in modo immediato e diretto, può ambire ad un incremento del benessere generale, con risvolti senza dubbio positivi.

Una città pedonabile è una città che deve essere percepita da chi la percorre a piedi come un luogo piacevole, accogliente, riconoscibile, accessibile e sicuro. In che modo l’illuminazione urbana (pubblica e privata) può rendere una città pedonabile anche durante la notte?

Direi che l’illuminazione è fondamentale per rendere la città pedonabile, anche perché durante i mesi invernali le ore buie sono anche quelle pomeridiane. Per realizzare proprio quelle condizioni che inducono piacevolezza, sicurezza, senso di accoglienza e facilità d’orientamento, è obbligatorio che la qualità sia eccellente ed adatta alla vocazione dei singoli luoghi. Per questo è necessaria non solo un’adeguata progettazione, preferibilmente integrata in un piano della luce, ma che anche tutti i componenti ed i sistemi dell’impianto siano di elevata qualità e rispondenti ai requisiti richiesti. Ciò può apparire in contrasto con le esigenze di risparmio sia economico che energetico sul breve periodo, ma non sicuramente su periodi più lunghi, se si considerano gli aspetti legati alla riduzione degli interventi di manutenzione, ad una gestione intelligente ed ai vantaggi socio-economici indotti.

La pedonabilità di una città può essere determinata da differenti fattori come dimensioni, pendenza, materiali dei percorsi pedonali; limiti di velocità delle corsie carrabili e livello di separazione da quelle pedonabili; presenza di servizi o di luoghi per la seduta, la sosta e il riparo dei pedoni; attrattività storica, architettonica o ambientale del luogo; illuminazione notturna; presenza di vegetazione; possibilità di parcheggio per le automobili... Il successo di un progetto orientato a migliorare la pedonabilità urbana di un territorio dipende però soprattutto dalla capacità di valorizzare le specificità locali e di adattarsi ai comportamenti e ai bisogni dei suoi abitanti. Servono quindi diverse competenze e un gruppo di lavoro multidisciplinare per la definizione degli interventi necessari. Quanto è importante il coinvolgimento di un lighting designer in questo tipo di progetti? Perché?

La presenza di un lighting designer, peraltro esperto del settore, nel gruppo multidisciplinare è estremamente importante e deve essere obbligatoria, data la necessità di tradurre in termini di progetto gli obiettivi che scaturiscono dalla cooperazione con le diverse figure professionali e che raramente sono contemplati tra i requisiti normativi vigenti. La varietà e la complessità degli interventi, dipendenti dalle specificità locali, necessitano della figura chiave di un esperto illuminotecnico che sappia operare in termini di fattibilità, capacità di mediare tra diverse esigenze, inventiva, concretezza ed esperienza.

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